Qui di seguito potete trovare alcune domande ricorrenti relative al tema “Ambiente”.
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DOMANDE RICORRENTI (F.A.Q.)
1) Cosa fa la Protezione Civile contro il pericolo Idrogeologico?
2) Come si puliscono i filtri dell’aria?
3) Cosa si intende precisamente per “piogge acide”?
4) Come avviene l’effetto serra?
5) Che cos’è l’impatto ambientale?
6) Come si valuta l’impatto ambientale?
7) Cos’è l’inquinamento acustico?
8) Quando possiamo parlare di inquinamento?
RISPOSTE
1) Cosa fa la Protezione Civile contro il pericolo Idrogeologico?
Il continuo verificarsi di episodi di alluvioni e inondazioni ha indotto una politica di gestione del rischio che affrontasse il problema non solo durante le emergenze. Si è così passati da una impostazione di base incentrata sulla riparazione dei danni e sull’erogazione di provvidenze, ad una cultura di previsione e prevenzione, diffusa a vari livelli, imperniata sull’individuazione delle condizioni di rischio ed all’adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell’impatto degli eventi. A seguito dell’emanazione di recenti provvedimenti normativi, sono state perimetrate le aree del territorio italiano a rischio idrogeologico elevato o molto elevato. Parallelamente continuano ad essere intrapresi, promossi e finanziati numerosi studi scientifici volti allo studio dei fenomeni ed alla definizione più puntuale delle condizioni di rischio. Sono state inoltre incrementate ed accelerate le iniziative volte alla creazione di un efficace sistema di allertamento e di sorveglianza dei fenomeni e alla messa a punto di una pianificazione di emergenza volta a coordinare in modo efficace la risposta delle istituzioni agli eventi.
2) Come si puliscono i filtri dell’aria?
I filtri sono svariati e di diverse forme, nei casi dove non é richiesta la sostituzione, in generale procedete come segue: Sempre e comunque, in qualsiasi caso di manutenzione di un climatizzatore o di qualsiasi apparato sotto tensione, staccate l’alimentazione elettrica alla macchina; rimuovete i filtri come decritto nei manuali d’uso; soffiateli con un getto d’aria o spruzzateli sotto l’acqua effettuando questa operazione dalla parte contraria a quella di ingresso dell’aria, quindi dalla parte che appare più pulita; se i filtri sono in plastica come in molti split residenziali, dopo averli spruzzati si possono anche trattare con i normali detergenti da cucina, avendo cura di usare una spugnetta morbida per non rovinare la trama del filtro, quindi asciugateli bene; reinseriteli nella loro sede e ridate l’alimentazione elettrica. E’ estremamente importante che periodicamente puliate i filtri del vostro climatizzatore. Non c’é una scadenza esatta, se siete in un luogo polveroso fatelo di frequente, viceversa ogni tanto, ma fatelo almeno prima di metterlo in funzione d’Estate. Respirare l’aria filtrata male fa ammalare, e questa non é colpa del climatizzatore. Inoltre con filtri molto sporchi variano anche i rendimenti della vostra macchina, più sono sporchi meno raffredda. Se sapete di dimenticarvene o per vari motivi non volete o non potete effettuare questa operazione, contattate dei professionisti che vi forniscano un servizio di manutenzione programmata.
3) Cosa si intende precisamente per “piogge acide”?
Le piogge acide sono precipitazioni atmosferiche con valore di pH inferiore a 5,6. Quando le piogge acide cadono su un lago per un lungo periodo, il lago perde quasi tutte le forme di vita che normalmente sono in esso presenti. La formazione della pioggia acida si può capire analizzando il ciclo dello zolfo. Lo zolfo atmosferico proviene da varie fonti: i vulcani, l’attività dei microganismi del suolo, la combustione di combustibili fossili come carbone, benzina, petrolio (30 milioni di tonnellate annue solo negli Stati Uniti, poco meno di 2 milioni in Italia di cui circa i 2/3 proviene da centrali elettriche a carbonio o a petrolio). Quando il combustibile che contiene zolfo viene bruciato, l’ossigeno si combina con lo zolfo e forma ossidi. Quando gli ossidi di zolfo raggiungono l’atmosfera si combinano con l’acqua per formare acido solforico che, a sua volta, torna al suolo come deposizione acida. La diminuzione del valore del pH influenza notevolmente la vita degli organismi di un lago e del suo bacino tributario. Le uova degli anfibi non schiudono, le popolazioni di gasteropodi[64] tendono rapidamente a diminuire; in generale, si ha diminuizione della diversità sia di piante che di animali. I batteri muoiono e la decomposizione batterica dei resti di pesci è alterato. Metalli tossici come l’alluminio possono essere solubilizzati e mobilizzati sia dalla parte emersa del bacino idrografico sia dai sedimenti lacustri; le branchie dei pesci sono danneggiate. Il mercurio può essere convertito in forma organica ed essere così assorbito dai pesci. La scomparsa degli organismi lacustri inevitabilmente si riflette sulle popolazioni di mammiferi ed uccelli che dal lago traggono il loro nutrimento. Quando il valore di PH scende a 4,5, nessuna specie di pesci sopravvive. Rane, insetti e decompositori in larga parte scompaiono. I batteri che restano utilizzano rapidamente l’ossigeno disciolto disponibile, e crescono i batteri anaerobi. L’acqua diventa limpida e trasparente, ma il lago è morto. La stessa cosa avviene se si considera l’ossido di azoto, proveniente da gas di scarico dei veicoli a motore, da centrali elettriche e da varie fonti industriali, che si trasforma in acido nitrico combinandosi con il vapore acqueo atmosferico. Le piogge acide danneggiano anche alberi e colture dal momento che è stato dimostrato che interferiscono con la crescita e la resa di molte piante coltivate. Infiltrandosi nel terreno, gli acidi presenti nell’acqua sottraggono elementi essenziali come il calcio e il potassio e possono inoltre uccidere microrganismi decompositori, impedendo così il riciclo delle sostanze nutritive del suolo. Le piante si indeboliscono e sono più esposte alle infezioni e all’aggressione da parte di insetti. Sulle alte pendici delle Green Mountains, nel Vermont, è stato accertato, dal 1965 in poi, un allarmante 50% di mortalità tra gli abeti rossi, il 47% tra i faggi e il 32% tra gli aceri da zucchero. La neve, la pioggia e le dense nebbie sulle cime di queste montagne sono fortemente acide. In un ambiente così fragile e sottoposto a violente sollecitazioni la pioggia acida può sconvolgere equilibri già di per sé precari. Nella Foresta Nera, in Europa, la devastazione è ancora maggiore: più della metà del patrimonio forestale è intaccato. Molti alberi sono ingialliti o anneriti, i tronchi deformati e le radici ridotte, incapaci di opporre resistenza agli insetti e alle malattie fungine. E’ quasi impossibile documentare l’origine dei problemi, ma i tecnici tedeschi sono convinti che la causa vada ricercata nelle piogge acide provocate dalla combustione di carbone ad alto contenuto di zolfo in associazione con altri inquinanti. Nonostante l’avvio di rigorosi programmi di controllo, molti temono che i danni siano ormai irreversibili. Il danno che le piogge acide provocano a piante e animali non è solo quello diretto. La maggiore acidità dell’acqua facilita la solubilizzazione di una maggiore quantità di metalli come alluminio, piombo, nichel, mercurio, cadmio, rame che, relativamente inerti negli ecosistemi naturali, diventano tossici a concentrazioni più elevate. Probabilmente la crescita delle piante è inibita dall’alluminio; altri metalli, assorbiti dall’apparato radicale delle piante insieme all’acqua ricca di ioni idrogeno circolante nel terreno, possono costituire una minaccia per gli animali che sono inseriti nella stessa rete alimentare. Ad esempio nei reni e nel fegato delle alci svedesi, che pascolano su terreni fortemente acidi è stata riscontrata una quantità di cadmio che sarebbe letale per chi mangiasse la carne di questi animali. La pioggia acida scioglie l’alluminio presente nelle rocce e nei terreni lungo i corsi d’acqua e questo metallo provoca l’accumulo di muco nelle branchie dei pesci, con conseguente soffocamento. Inoltre, nella fauna ittica che vive in acque acide, è stata riscontrata una concentrazione notevole di mercurio, sotto forma di metilmercurio, un composto estremamente tossico, soggetto ad accumulo biologico lungo la catena alimentare. Può anche accadere che l’acqua potabile risulti pericolosamente contaminata dal piombo delle tubazioni, che si scioglie più facilmente in ambiente acido.
4) Come avviene l’effetto serra?
La temperatura media annua della Terra si aggira intorno ai 15°C. Il nostro pianeta deve questa sua condizione ottimale al fatto che esso è circondato da un sottile strato di gas, l’atmosfera, composta per il 78% di azoto e per il 21% di ossigeno; il restante 1% è costituito da altri gas in bassa concentrazione. La concentrazione dei gas si fa sempre minore via via che si passa dal livello del mare alla troposfera (fino a circa 10-15 Km di altezza) e poi alla stratosfera (fra i 10 e i 40 Km di altezza). La Terra riceve continuamente dal Sole energia sotto forma di radiazione elettromagnetica di diversa lunghezza d’onda, da quella ultravioletta (con lunghezza d’onda “più corta”) seguita dalla radiazione visibile (prima blu, poi verde, arancione, rossa), fino alla parte infrarossa (con lunghezza d’onda ancora maggiore). La radiazione solare attraversa i gas dell’atmosfera e viene assorbita dalla superficie della Terra che, come quella di qualsiasi altro corpo caldo, emette anch’essa energia sotto forma di radiazione infrarossa con lunghezza d’onda “lunga”. La cosa positiva è che i gas dell’atmosfera lasciano passare l’energia inviata dal Sole e quella re-irraggiata dalla Terra verso lo spazio, più o meno nella stessa quantità e in modo da conservare la temperatura media della Terra praticamente costante intorno a 15 gradi. Le attività umane (fin dal 1400 si è cominciato a bruciare il carbone) hanno alterato le concentrazioni medie dei gas atmosferici e hanno liberato in tutto il mondo grandi quantità di gas (CO2 + CH4 + CFC, HCFC, HFC, FC vari + N2O) che influiscono sull’effetto serra naturale. L’anidride carbonica, che da sola è responsabile di almeno la metà dell’effetto serra di origine umana, deriva soprattutto dalla combustione di fonti di energia fossile (circa 23 miliardi di tonnellate) e dalla combustione delle foreste tropicali (circa 6 miliardi di tonnellate). La natura (oceani e biomassa terrestre) ha limitate possibilità di assorbimento del carbonio prodotto dall’uomo, ed è proprio per questo motivo che il livello del carbonio nell’atmosfera continua ad aumentare. Nel corso degli anni Ottanta la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è cresciuta in media di 1,5 ppmV ( una parte su un milione di parti per unità di volume) all’anno arrivando a 365 ppmV (1999). L’aumento della concentrazione nell’atmosfera dei gas che aggravano l’effetto serra provoca un riscaldamento globale che ha come conseguenza ulteriori cambiamenti di clima. Gli attuali modelli climatici prevedono un riscaldamento medio globale da 1°C a 3,5°C nei prossimi cento anni, nel caso che l’attuale tendenza del livello di emissioni continui. Il conseguente spostamento delle fasce climatiche e della vegetazione si verificherebbe a una velocità superiore alle capacità di adattamento della flora e della fauna: si potrebbe pertanto prevedere il collasso di molti ecosistemi naturali. La frequenza di eventi meteorologici estremi (siccità, alluvioni, tempeste) aumenterebbe e la superficie del mare si alzerebbe nei prossimi cento anni di circa 70 centimetri. Alcune zone verrebbero permanentemente sommerse e le inondazioni diventerebbero più frequenti. Le zone aride e i deserti tropicali e subtropicali si estenderebbero ulteriormente, soprattutto in quei paesi già oggi colpiti dal fenomeno della desertificazione. L’acqua diventerebbe un bene ancora più raro e in tutto il mondo si correrebbe il rischio di raccolti scarsi o pessimi.
5) Che cos’è l’impatto ambientale?
L’impatto ambientale è l’insieme degli effetti causati da un evento, un’azione o un comportamento sull’ambiente nel suo complesso. L’impatto ambientale – da non confondere con inquinamento o degrado – mostra quali effetti può produrre una modifica, non necessariamente negativa, all’ambiente circostante. Si cerca cioè di prevedere cosa accadrà all’ambiente e quali saranno le conseguenze nel caso in cui si verifichino delle modifiche al suo stato attuale.
6) Come si valuta l’impatto ambientale?
La valutazione di impatto ambientale (VIA) è uno strumento di supporto per l’autorità decisionale, finalizzato a individuare, descrivere e valutare gli effetti di un determinato progetto sull’ambiente. Consiste in una procedura di tipo tecnico – amministrativo, svolta dalla pubblica amministrazione, basandosi sia su informazioni fornite dal proponente un determinato progetto, sia sulla consulenza data da altre strutture della pubblica amministrazione, nonché dalla partecipazione di gruppi sociali appartenenti alla comunità. La procedura di V.I.A. è un insieme di: dati tecnico-scientifici su stato, struttura e funzionamento dell’ambiente; dati su caratteristiche economiche e tecnologiche dei progetti; previsioni sul comportamento dell’ambiente e interazioni tra progetto e componenti ambientali; procedure tecnico-amministrative; istanze partecipative e decisionali (partecipazione pubblica). Nella V.I.A. sono valutati effetti diretti o indiretti, a breve o lungo termine, permanenti o temporanei, singoli o cumulativi. La V.I.A. viene effettuata considerando i seguenti fattori ambientali, anche in correlazione tra di loro: essere umano, fauna e flora suolo, acqua, aria, fattori climatici e paesaggio beni materiali e patrimonio culturale.
7) Cos’è l’inquinamento acustico?
L’inquinamento acustico è un danneggiamento dell’ambiente urbano e naturale da parte dell’uomo dovuto a una eccessiva esposizione dell’ambiente a suoni di elevata intensità. La legge n. 447/1995 fornisce art. 2) la definizione di inquinamento acustico: “l`introduzione di rumore nell`ambiente abitativo o nell`ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell`ambiente abitativo o dell`ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi”.
8) Quando possiamo parlare di inquinamento?
Con il termine inquinamento ci si riferisce ad un’alterazione di una caratteristica ambientale causata, in particolare, da attività antropica. Il termine è quanto mai generico e comprende molti tipi di inquinamento, il suo uso inoltre non è legato al solo inquinamento ambientale. Generalmente si parla di inquinamento quando l’alterazione ambientale compromette l’ecosistema danneggiando una o più forme di vita. Allo stesso modo si considerano atti di inquinamento quelli commessi dall’uomo ma non quelli naturali (emissioni gassose naturali, ceneri vulcaniche, aumento della salinità).