DOMANDE RICORRENTI (F.A.Q.) in ambito assicurativo
1) A quanto ammonta la franchigia in caso di furto di un veicolo noleggiato?
2) Qual’è l’età minima per noleggiare un veicolo?
3) Possiedo una collezione di francobolli di valore. C’è una possibilità di assicurare questa collezione?
4) Poco tempo fa c’è stato un incendio in casa mia. Nello spegnere il fuoco, alcuni mobili sono stati danneggiati dall’acqua usata per spegnere l’incendio. Questi danni sono ugualmente assicurati?
5) Che cos’ è la carta verde?
6) In base a quali quotazioni viene stabilito il risarcimento per i furti Auto?
7) Che cos’è l’attestato di rischio?
8) Come scegliere la copertura migliore?
9) Cosa è bene sapere prima di sottoscrivere un contratto r.c. auto?
RISPOSTE
1) A quanto ammonta la franchigia in caso di furto di un veicolo noleggiato?
In genere la franchigia varia da 250 a 1.500 euro a seconda del tipo di veicolo prescelto, ed è fissa indipendentemente dal tipo di danno subito dal veicolo (incidente, furto o distruzione) e sempre che vengano comunque riconsegnate le chiavi originali del veicolo al noleggiatore.
2) Qual’è l’età minima per noleggiare un veicolo?
E’ necessario avere compiuto 21 anni ed essere in possesso della patente di guida da almeno 1 anno. Per determinate categorie di veicoli, i requisiti richiesti sono più stringenti: avere compiuto 25 anni ed essere in possesso della patente di guida da almeno 5 anni.
3) Possiedo una collezione di francobolli di valore. C’è una possibilità di assicurare questa collezione?
Sì. Queste collezioni fanno parte della mobilia domestica e perciò si possono assicurare di principio come la mobilia. Il valore della collezione viene in questo caso addizionato alla somma d’assicurazione della mobilia domestica.
4) Poco tempo fa c’è stato un incendio in casa mia. Nello spegnere il fuoco, alcuni mobili sono stati danneggiati dall’acqua usata per spegnere l’incendio. Questi danni sono ugualmente assicurati?
Sì, dato che si tratta di danni sorti in conseguenza al sinistro, che sono stati causati dall’incendio. Se siete assicurati contro l’incendio, anche i danni consecutivi sono coperti. Questo principio vale anche per gli altri rischi assicurabili come acque, furto con scasso, ecc.
5) Che cos’ è la carta verde?
La polizza RCAuto ha validità in tutti i paesi dell’ Unione Europea, a San Marino e nello Stato del Vaticano. La carta verde è un documento che estende la validità dell’ assicurazione RCAuto ai danni causati dalla circolazione di un veicolo nel territorio dei Paesi aderenti ala convenzione internazionale
6) In base a quali quotazioni viene stabilito il risarcimento per i furti Auto?
L’entità dell’indennizzo per furto del veicolo è di norma determinata in base al valore commerciale del mezzo al momento del furto, desumibile da pubblicazioni specializzate chiamate “mercuriali” ai quali solitamente si fa riferimento anche per la determinazione del premio all’atto della stipula della polizza. Se la scelta di queste pubblicazioni, da parte della Compagnia, non è indicata in modo esplicito nelle condizioni contrattuali, esse hanno solo valore di riferimento
7) Che cos’è l’attestato di rischio?
L’attestato di rischio è un documento che rappresenta la storia dei sinistri del proprietario del veicolo. Esso riporta la sinistrosità degli ultimi 5 anni con le classi di merito di provenienza e di assegnazione stabilite sulla base di regole autonomamente scelte da ciascuna impresa; regole che premiano o penalizzano in modo diverso la situazione relativa alla sinistrosità pregressa. Per le autovetture è anche indicata la scala bonus-malus, cosiddetta CIP, che è il parametro di riferimento comune tra le imprese di assicurazione per consentire il passaggio da un’impresa ad un’altra con il riconoscimento del profilo di rischio personale. Ogni compagnia deve chiaramente indicare nell’attestato di rischio a quale classe CIP corrisponde la classe interna adottata per il singolo assicurato. L’autovettura, che il proprietario assicura per la prima volta, viene inserita in una classe di rischio iniziale (che corrisponde alla 14a classe CIP); mentre per le annualità successive è possibile, sulla base delle informazioni contenute nell’attestato di rischio, trasferire il contratto, alla scadenza, ad un’altra compagnia vedendo riconosciuta e valorizzata la sinistrosità pregressa. La compagnia assicurativa ha il dovere di rilasciare l’attestato al contraente ovvero al proprietario del veicolo, mettendolo a disposizione presso l’agenzia di sottoscrizione del contratto almeno tre giorni lavorativi precedenti alla scadenza contrattuale. Per periodi inferiori all’anno la compagnia non è tenuta, alla scadenza del contratto, a rilasciare l’attestato di rischio. Nel caso di polizza sottoscritta a distanza (via telefono o internet) la compagnia ha obbligo di provvedere all’inoltro dell’attestato di rischio presso il domicilio del contraente, almeno nei tre giorni precedenti alla scadenza contrattuale
8) Come scegliere la copertura migliore?
Prima di sottoscrivere una polizza è necessario effettuare alcuni confronti. Nelle agenzie di assicurazione è possibile ottenere preventivi personalizzati, gratuiti e vincolanti, per le imprese che li forniscono, per almeno 60 giorni. Su Internet è possibile ottenere e confrontare in poco tempo più preventivi. Sono molti i siti delle assicurazioni che offrono preventivi online, è sufficiente rispondere a questionari sulle caratteristiche del veicolo da assicurare, sui dati del conducente, sulle garanzie accessorie richieste e altri parametri di personalizzazione.
9) Cosa è bene sapere prima di sottoscrivere un contratto r.c. auto?
Le coperture r.c. auto non sono tutte uguali. La valutazione della convenienza del prodotto va effettuata tenendo conto non solo del premio di tariffa ma anche dei massimali di garanzia r.c. auto, delle condizioni contrattuali, con particolare riferimento alle clausole di franchigia e a quelle di esclusione e rivalsa. Le clausole di esclusione e rivalsa sono condizioni contrattuali che limitano o escludono la copertura del rischio e quindi il risarcimento in caso di sinistro. In presenza di tali limiti la compagnia è comunque obbligata a liquidare un eventuale sinistro al danneggiato ma ha diritto di rivalersi sul contraente, cioè di chiedergli la restituzione totale o parziale di quanto pagato. I casi di esclusione indicati dalle compagnie sono gli incidenti provocati da conducente in stato di ebbrezza o sotto effetti di sostanze stupefacenti oppure la guida senza patente. Ci sono compagnie che presentano anche polizze nelle quali la copertura è limitata al solo caso di conducenti identificati nel contratto; quindi se l’incidente è provocato da un conducente diverso da quello indicato in contratto, la compagnia ha diritto di rivalsa verso il contraente per l’importo pagato al danneggiato. E’ necessario infine prestare attenzione anche alle garanzie accessorie a tutela del veicolo – incendio, furto, atti vandalici, tutela giudiziaria, assistenza, ecc. – che sono oggetto di tariffazione e tassazione separate dalla r.c.auto, anche se solitamente prestate insieme alla responsabilità civile
Qui di seguito potete trovare alcune domande ricorrenti relative al tema “Banca“.
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DOMANDE RICORRENTI (F.A.Q.)
1) Cosa sono l’FMI e la Banca Mondiale?
2) Qual’è l’effetto del FMI?
3) Cos’è un mutuo
4) Quale è l’importo massimo che può essere richiesto?
5) Quanto può durare un mutuo?
6) Cosa succede in caso di ritardato pagamento di una rata? Cosa sono gli interessi di mora?
7) Esistono agevolazioni fiscali per chi fa un mutuo?
8) E’ possibile ottenere un mutuo integrativo?
RISPOSTE
1) Cosa sono l’FMI e la Banca Mondiale?
Nel periodo successivo alla II Guerra Mondiale, a parte le Nazioni Unite, l’importante organizzazione economica internazionale creata nella conferenza tenuta a Bretton Wood fu il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (IBRD), conosciuta ora come la Banca Mondiale. La IBRD – Banca Mondiale fu istituita per aiutare a finanziare la ricostruzione dell’Europa devastata dalla guerra e per aiutare lo sviluppo dei paesi più poveri nel mondo. Il mandato dell’FMI era di regolare un sistema monetario internazionale basato su moneta convertibile per facilitare il commercio a livello globale lasciando per un pò la sovranità dei governi nel cambio della loro propria moneta, nel fisco e nella politica di investimenti internazionali. Significativamente, lo sforzo per fondare l’Organizzazione Internazionale per il Commercio (ITO) fallì, lasciando il minimale “Accordo Generale su Tariffe e Commercio” (GATT) come suo resto sopravvissuto. Ma tutto questo avveniva oltre 50 anni fa. L’FMI è ora diventato il “punto forza” per imporre la “liberalizzazione”, o la deregolamentazione del sistema economico internazionale. L’FMI ha prescritto le stesse cure, per le disastrate economie del terzo mondo, ormai da due decenni: austerità monetaria: controlla gli stanziamenti di denaro per risollevare i tassi di interesse interni a qualsiasi altezza siano necessari per stabilizzare il valore della moneta locale; austerità fiscale: incrementa la riscossione delle tasse e riduce fortemente la spesa pubblica; privatizzazione: svende le imprese pubbliche a settori privati; liberalizzazione finanziaria: rimuove le restrizioni sui flussi e deflussi dei capitali internazionali così come le restrizioni su ciò che è permesso comprare, appropriarsi ed operare, alle banche e agli affaristi stranieri. Solo quando i governi effettuano questi “accordi di adattamento strutturale” l’FMI accorda di prestare abbastanza per prevenire l’inadempienza dei debiti internazionali che sarebbero altrimenti insolvibili. Organizza una ristrutturazione del debito di un paese mediante creditori privati internazionali che includono la promessa di nuovi prestiti.
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2) Qual’è l’effetto del FMI?
Le prevedibili conseguenze sono state sempre disastrose. La rigida politica monetaria e gli interessi ricontabilizzati portano non solo al blocco degli investimenti produttivi, alla fuga precipitosa di risparmi verso investimenti finanziari brevi invece di investimenti produttivi a lungo termine, ma evita anche che molti imprese ottengano il tipo di prestiti mensili di cui hanno bisogno per continuare persino le operazioni più ordinarie. Questo incrementa la disoccupazione e fa crollare la produzione e quindi il reddito. L’austerità fiscale – mediante innalzamento delle tasse e la riduzione della spesa pubblica – allontana ulteriormente la domanda complessiva, porta ad una riduzione delle esportazioni e ad un aumento della disoccupazione. Per di più, se ogni spesa pubblica eliminata stava effettivamente migliorando la vita delle persone, allora la restrizione di questi programmi elimina i relativi benefici. La privatizzazione del servizio pubblico, dei trasporti, e delle banche è sempre accompagnato da licenziamenti. Se la produttività e l’efficienza è migliorata, generalmente dipende da quanto andavano male prima le imprese pubbliche, e se le operazioni private provino che ci sia un miglioramento. Una delle più eclatanti inefficenze degli “aggiustamenti strutturali”, usando gli stessi termini, è stato che nella fretta di ridurre i settori di spesa pubblica, l’FMI ha raramente preso il tempo per provare a distinguere tra le imprese pubbliche che vanno bene e quelle che vanno male. Nella sua crociata per la privatizzazione, l’FMI riunisce le efficienti imprese pubbliche con gli “elefanti bianchi” che forniscono scarsi servizi al pubblico mentre pagano alti salari a parenti e raccomandati dai politici dei partiti politici al potere. L’FMI non considera mai la possibilità che la privatizzazione potrebbe peggiorare le cose. La rimozione precipitosa di restrizioni sui flussi di capitali internazionali, rende più facile per i cittadini ricchi e per gli investitori internazionali portare la loro ricchezza fuori dal paese, cioè, la rimozione del “controllo sui capitali” facilita la volatilità del capitale, e a lungo andare riduce gli investimenti produttivi, la produzione, il reddito e l’occupazione. La rimozione dei controlli sul capitale espone l’economia locale alle vicissitudini della mobilità globale del capitale, incluso il pericolo di “contagio”.
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3) Cos’è un mutuo
Il mutuo è il principale contratto di prestito, e consiste nel trasferimento di una somma di denaro da un soggetto (mutuante) ad un altro soggetto (mutuatario), con assunzione da parte del mutuatario dell’obbligo di restituire al mutuante altrettanto denaro. Il trasferimento è a titolo oneroso. Salvo patto contrario, infatti, chi ha ricevuto in prestito una somma di denaro deve corrispondere gli interessi.
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4) Quale è l’importo massimo che può essere richiesto?
L’importo massimo finanziabile è l’80 % del valore di mercato del bene immobile oggetto dell’ipoteca. Il limite dell’80 % del valore dei beni ipotecati o del costo delle opere da eseguire può essere elevato fino al 100%, qualora vengano date ulteriori garanzie.
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5) Quanto può durare un mutuo?
La legge esige che la durata di un mutuo sia media o lunga. La durata minima è 5 anni, mentre quelle più comunemente applicate sono 10, 15 e 20 anni. Alcune banche erogano però mutui anche per 25 e 30 anni.
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6) Cosa succede in caso di ritardato pagamento di una rata? Cosa sono gli interessi di mora?
Si ha “ritardato pagamento” quando una rata viene pagata tra il 30° ed il 180° giorno dalla scadenza della rata. In caso di mancato o ritardato pagamento di una rata il debitore può essere dichiarato moroso e tenuto quindi a pagare gli interessi di mora (o moratori) per risarcire il creditore del danno derivante dal ritardato pagamento della rata.. I tassi di mora vengono determinati in misura superiore al tasso pattuito per il finanziamento. La misura aggiuntiva oscilla tra 2 e 4 punti percentuali. La Banca può invocare, come causa di risoluzione del contratto di mutuo, il ritardato pagamento della rata quando si sia verificato per almeno sette volte, anche non consecutive. Di conseguenza, la risoluzione può essere invocata solo quando sia decorso il termine di 180 giorni dalla scadenza di ogni singola rata senza che il debitore abbia pagato.
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7) Esistono agevolazioni fiscali per chi fa un mutuo?
La stipula di un mutuo per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione edilizia di un immobile può generare un risparmio fiscale, in quanto gli interessi passivi pagati vengono portati in riduzione dell’Irpef dovuta dal contribuente. La riduzione è comunque riferita solo alla “prima casa”, quella cioè destinata ad abitazione principale. L’ammontare del risparmio fiscale cambia a seconda che si tratti di un mutuo per l’acquisto della casa o di un mutuo per la sua costruzione o ristrutturazione.
8) E’ possibile ottenere un mutuo integrativo?
E’ stata ammessa la possibilità per le Banche di concedere finanziamenti integrativi, nell’ipotesi in cui si è in presenza di un mutuo già esistente e di precedenti iscrizioni ipotecarie. In questo caso l’importo concedibile (limite di finanziabilità) è determinato dalla differenza tra il valore dell’immobile e dell’ipoteca già iscritta; tale differenza costituirà infatti il valore massimo di ipoteca (di secondo grado, quindi di minor garanzia per la banca) ancora iscrivibile sull’immobile e determinerà di conseguenza anche l’importo massimo del mutuo (sulla base della percentuale di ipoteca richiesta dalla singola banca). Si tenga presente che, proprio per la minore garanzia rappresentata dall’ipoteca di secondo grado, molte banche preferiscono tenere un margine di garanzia tra il valore dell’immobile e il valore complessivo delle ipoteche iscritte, quindi in tali casi il mutuo integrativo potrebbe essere concesso per importi ancora più limitati o non concesso affatto. Più facile l’ottenimento di un mutuo integrativo se la banca erogante è la stessa del primo mutuo: è infatti probabile che la banca tenga conto anche della parte di mutuo già rimborsata. Infine occorre ricordare che un mutuo integrativo non gode dei vantaggi delle detrazioni fiscali per gli interessi passivi, detrazione che spetta solo per il primo mutuo acceso su una prima casa.